Con un aggiornamento alle FAQ dello scorso 4 Maggio (cfr. News SAP), il Garante della Privacy ha individuato i presupposti per l’effettuazione dei test sierologici COVID-19 sul posto di lavoro, precisando che il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare test sierologici solo se ritenuto necessario e suggerito dal medico competente in base alle norme relative all’emergenza epidemiologica.
Come precisato dal Garante, “solo il medico competente, infatti, in quanto professionista sanitario, tenuto conto del rischio generico derivante dal Covid-19 e della specifiche condizioni di salute dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici e suggerire l’adozione di mezzi diagnostici, qualora ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus e della salute dei lavoratori”.
In sintonia con i principi di cui Regolamento (UE) 2016/679, il Garante ricorda che “le informazioni relative alla diagnosi o all’anamnesi familiare del lavoratore non possono essere trattate dal datore di lavoro (ad esempio, mediante la consultazione dei referti o degli esiti degli esami stessi), salvi i casi espressamente previsti dalla legge. Il datore di lavoro può, invece, trattare i dati relativi al giudizio di idoneità alla mansione specifica e alle eventuali prescrizioni o limitazioni che il medico competente può stabilire come condizioni di lavoro”.
Infine, il Garante ha chiarito che “i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti, anche sostenendone in tutto o in parte i costi, l’effettuazione di test sierologici presso strutture sanitarie pubbliche e private (ed. tramite la stipula o l’integrazione di polizze sanitarie ovvero mediante apposite convenzioni con le stesse), senza poter conoscere l’esito dell’esame”.