Oggi è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il testo del decreto legislativo con cui l’Italia darà attuazione alla direttiva UE n. 2017/1371, anche detta Direttiva PIF, che col suo recepimento da parte degli Stati membri dovrebbe allineare la disciplina di tutti i paesi in materia di tutela penalistica degli interessi finanziari dell’Unione.
Il ricorso allo strumento della direttiva da parte dell’Unione ha lasciato, in realtà, ampia discrezionalità agli Stati membri, ed ha portato all’emanazione di norme statali non sempre di pari severità. Di particolare importanza è l’introduzione dei delitti tributari fra gli illeciti presupposto della responsabilità degli enti. Questo intervento normativo non era richiesto espressamente nella Direttiva PIF comunitaria, per cui il Governo ha inteso andare oltre il dettato comunitario, ribadendo così la scelta di reprimere con maggiore severità gli illeciti in materia tributaria già operata con il D.Lgs. 124 del 2019. I paesi che devono ancora completare l’iter di recepimento della direttiva, ad oggi, sono solo la Francia e la Danimarca.
L’Italia, secondo il testo del decreto, realizzerà la tutela attraverso diverse misure (fra le più punitive) nei confronti delle persone fisiche e delle società e poi con norme procedurali. In particolare per quanto riguarda le società segnaliamo:
– si amplierà il catalogo dei reati tributari per i quali è prevista la responsabilità ai sensi del D.Lvo n. 231/2001, che comprenderà i delitti di dichiarazione infedele, di omessa dichiarazione e di indebita compensazione;
– si estenderà la responsabilità delle società anche ai delitti di frode nelle pubbliche forniture, al reato di frode in agricoltura e al reato di contrabbando;
– le società risponderanno ai sensi del D.Lvo n. 231/2001 anche per il delitto di peculato e per quello di abuso d’ufficio nonchè per nuove ipotesi di corruzione.