Con uno stringato comunicato, ieri sera la Corte Costituzionale ha anticipato la decisione sulle tre ordinanze, rispettivamente del Tribunale di Siena, Spoleto e Roma, con cui erano stati sollevati dubbi sulla legittimità Costituzionale dei decreti legge 18 e 23 del 2020 nella parte in cui stabilivano che la sospensione del decorso dei termini di prescrizione nel periodo del lock down operasse anche per reati commessi prima dell’entrata in vigore delle nuove norme. L’Ufficio stampa della Corte ha comunicato che i decreti non violerebbero il principio di divieto di irretroattività della legge penale.
Nonostante le avvisaglie poco promettenti [NewsSap] e [NewsSap], la decisione lascia molto sorpresi. I dubbi, nostri e di tutta l’avvocatura, sembrano ben rappresentati dalla eccezionale decisione del Giudice relatore, usualmente poi deputato alla stesura delle motivazioni, di non scrivere la Sentenza.